Nel 2011 l'economia campana non manifesta segnali di crescita rispetto alle altre regioni italiane. È il quadro economico emerso dall'aggiornamento congiunturale presentato oggi dalla sede partenopea della Banca d'Italia. Un anno che si allinea ai precedenti in quello che, dai responsabili dell'istituto bancario, è stato definito «il peggior decennio da dopo la guerrà. E le tensioni sui mercati aggravano la situazione: se infatti le previsioni sul Pil erano dello 0,1, questo dato, come spiegato, potrebbe essere rivisto al ribasso, attestandosi a - 0,2, rispetto a un dato nazionale dello 0,7. L'aspetto peggiore della crisi si registra nel mercato del lavoro in cui, secondo dati Istat, la Campania, nella prima metà dell'anno, ha perso 12mila unità rispetto al 2010, calo dell'occupazione che è in atto da 15 trimestri consecutivi, nonostante un rallentamento. Secondo quanto riferito da Giovanni Iuzzolino, responsabile Area ricerche Bankitalia, sono 400mila le famiglie in cui nessun componente ha un'occupazione. Il tasso di occupazione della popolazione in età da lavoro è pari al 39,5 per cento rispetto a un dato nazionale del 57. In crescita anche, fino a settembre, il numero di cassa integrati. Da un sondaggio effettuato su 400 imprese tra settembre e ottobre, che operano in industria, costruzioni e servizi, emerge che nei primi mesi del 2011 il fatturato è peggiore rispetto al dato nazionale e le previsioni per il 2012, causa turbolenze dei mercati, sono negative. I territori in cui la crisi è stata avvertita in maniera più forte sono il Napoletano, il Casertano. A mantenere l'economia regionale è l'export in cui, tuttavia, sono in declino il comparto autoveicoli, navi e imbarcazioni e apparecchiature per telecomunicazione. Oltre il 50 per cento delle imprese campane si cataloga come «a rischio» o «vulnerabile» mentre solo il 46 per cento sono «sicure» o «solvibili». Imprese e famiglie che devono fare i conti con il peggioramento delle condizioni di accesso al credito che si sono iniziate a registrate a partire dai mesi estivi. Circa il 44 per cento delle imprese ha già rilevato un peggioramento e per il 2012 il 42 per cento si aspetta un ulteriore inasprimento. Il mancato accesso al credito per le famiglie potrebbe, inoltre, accentuare la tendenza recessiva del mercato immobiliare con una diminuzione dei prezzi del 3 per cento. Per risollevarsi, le linee indicate sono: massimizzare gli sforzi di efficienza per recuperare risorse da investire in innovazione e nel superamento delle diseconomie esterne. «Circa un terzo delle imprese - ha concluso il direttore responsabile Bankitalia Napoli, Giuseppe Boccuzzi - ha dimostrato di saper reagire e poi c'è il turismo». Secondo Boccuzzi, si potrebbero raggiungere i livelli di Toscana, Lazio e Veneto, mettendo a frutto i grandi eventi, Coppa America e Forum culture, che potrebbero incrementare il Pil di un punto percentuale