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giovedì 12 agosto 2010

Campania, Puglia e Calabria: manca all’appello il 10% di turisti

La crisi colpisce il settore: ferie sempre più brevi e verso mete più vicine a casa: in aumento presenze al Nord
Nel 2010 nessun turista in più per nessuno. È un quadro decisamente negativo quello che emerge dall'ultimo sondaggio dell’Osservatorio balneare di Trademark Italia (la società che da 25 anni è specializzata nelle consulenze turistiche a livello nazionale), effettuato su 1.520 operatori del settore turistico. Dalla ricerca si evidenzia come si siano ridotti drasticamente i giorni di vacanza e le mete siano sempre più vicine a casa, con una caduta verticale per i viaggi all’estero. Insomma, soggiorni sempre più brevi e all’insegna del risparmio. Nel Sud poi il dato appare addirittura drammatico.
Secondo il sondaggio infatti il trend 2010 per le coste del Sud Adriatico (litorale Molisano, Gargano e coste pugliesi) fa registrare una diminuzione media che si attesta tra il 5 e il 10%. Stessa situazione per le coste del Sud Tirreno (Golfo di Napoli e Isole, Costiera amalfitana e Cilento e Calabria tirrenica). Un dato molto preoccupante se si considera che per il passato, anche in frangenti di grande difficoltà, la Costiera e le Isole erano riuscite a contenere le perdite, restando sempre tra i luoghi più amati da turisti stranieri e nostrani. Ancor peggiore, se possibile, è la situazione registrata sullo Ionio (Coste lucane e Calabria ionica) dove il calo delle prenotazioni è andato addirittura oltre il 10%. A doppia velocità, infine, sono risultate la Sicilia e la Sardegna, dove rispettivamente si registra un forte calo per quel che riguarda Sicilia orientale e Isole. Anche qui le presenze sono diminuite più del 10%. Meglio per la Sicilia occidentale e le Isole e per la Sardegna meridionale dove la diminuzione si è tenuta tra il 5 e il 10%.
Decisamente meglio al Nord, tra i lidi friulani e veneti, dove si registra rispettivamente un dato di stabilità e una perdita minima (valutabile tra -1 e -5%). Stessa situazione per la Riviera dell'Emilia Romagna che nella zona settentrionale ha visto invariate le presenze e in quella meridionale ha registrato un calo minimo (anche qui valutabile tra il -1 e -5%). Insomma, una diminuzione consistente in tutta Italia con gravi implicazioni per il Mezzogiorno, e tra le principali cause, come sottolineato nel sondaggio dell’Osservatorio balneare, spicca la manovra economica in corso che genera forti ripercussioni psicologiche. E in questo quadro le destinazioni italiane meno care e più popolari (Marche, Emilia Romagna, Triveneto) rastrellano clienti a colpi di sconti e risentono della recessione meno di altri territori. Insomma, dalla ricerca emerge anche un’indicazione per gli operatori del settore turistico del Mezzogiorno: occhio alla qualità ma anche ai prezzi che devono essere particolarmente contenuti in tempi di recessione.

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