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martedì 11 agosto 2009

Mare pulito ma con metalli radiografia della costa flegrea

Il mare del litorale flegreo è pulito, tranne che vicino al depuratore di Cuma. Non ci sono batteri ma in tutti e cinque i punti analizzati (Licola, due siti a Cuma, Miliscola, Monte di Procida) la concentrazione di metalli nelle acque è superiore alle soglie consentite. Sono necessarie, però, altre verifiche per accertarne la natura. Questi i risultati delle contro-analisi effettuate da Benedetto De Vivo, ordinario di Geochimica Ambientale della Federico II, sollecitate venti giorni fa dai comitati civici flegrei dopo l´emergenza inquinamento provocata dal depuratore di Cuma. «Abbiamo fatto soltanto un prelievo – precisa il professor De Vivo – ce ne vogliono almeno tre in diversi periodi dell´anno per avere una certezza. I metalli possono derivare dalle sorgenti termali che sono numerose nei Campi Flegrei. Oppure possono arrivare dagli scarichi. In questo caso il candidato colpevole è il depuratore. Sono più propenso all´ipotesi naturale delle sorgenti. Ma è tutto da stabilire». Le rocce vulcaniche flegree contengono naturalmente arsenico, cadmio e altri agenti metallici. La concentrazione fuori norma può essere considerata normale, se di provenienza naturale. Per stabilirlo ci vogliono almeno trenta campioni di acqua presi in diversi periodi della stagione balneare (inizio, metà e fine). Al momento, però, i valori dei metalli sono fuori norma. Dalle analisi appena effettuate, a Licola ad esempio, la concentrazione di metalli/metalloidi per µg/l è la seguente: arsenico 4,34 (limite 1,4); cadmio 0,2 (limite 0,03); cromo 1,18 (limite 0,5); nichel 1,52 (limite 0,6); piombo 0,43 (limite 0,06). Rassicurante la situazione batterica su escherichia, enterococchi e test di tossicità. «I risultati analitici – si legge nella relazione che accompagna le analisi – in osservanza a quanto prescritto dal decreto ministeriale 6/11/2003, numero 367, evidenziano che non è presente alcuna contaminazione per quanto riguarda le concentrazioni di Ipa (idrocarburi) e Pcb (scarichi fognari). Mentre invece in tutti i 5 siti campionati vengono superate le soglie tabellari per quanto riguarda le concentrazioni di metalli/metalloidi nelle acque. La prossimità degli scarichi del depuratore induce ad ipotizzare che gli scarichi possano essere responsabili dei valori fuori norma riscontrati. Nello stesso tempo bisogna però fare presente che le concentrazioni fuori norma di metalli e metalloidi possano avere una origine assolutamente naturale, considerato che i litorali indagati rappresentano spiagge di un´area vulcanica attiva (Campi Flegrei), ricca di sorgenti termali. Questa circostanza è stata evidenziata in particolare nelle acque marine di Bagnoli».La notizia giunge in un momento di crisi per gli stabilimenti balneari, colpiti da una flessione dell´80 per cento di presenze. Colpa anche della psicosi che ha messo in ginocchio il settore, tanto che da qualche giorno l´Assobalneari ha chiesto alla Regione di proclamare lo stato di crisi. «L´acqua è pulita – conclude De Vivo – ma resta un punto aperto: il problema dei metalli». I test di tossicità sono stati eseguiti dal laboratorio Chelab di Resane (Treviso), a giorni verrà fornita la certificazione completa delle analisi. Intanto a Ravello, dopo esami effettuati su campioni di mitili prelevati nelle acque della frazione Marmorata, si è scoperta la presenza di un´alga tossica che rende non commestibili i molluschi che se ne nutrono. La Regione ha vietato la pesca e il consumo di ricci, mitili e crostacei nelle acque antistanti il litorale di Marmorata, fino a quando la situazione non sarà tornata alla normalità. Ogni settimana saranno prelevati campioni di molluschi nell´area interessata. Una comunicazione è stata inviata al sindaco di Ravello dai dipartimenti di prevenzione servizi veterinari Asl di Salerno.

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