Napoli, schiaffi e calci alla colf dominicana
Morsi, schiaffi, calci. E l’insulto razzista: «Sei una negra, accontentati di questo danaro, altrimenti ti facciamo cacciare via dall’Italia». Evelyn, diciannove anni, nativa di Santo Domingo ma con cittadinanza italiana, racconta di essere stata aggredita dai suoi datori di lavoro che le volevano dare la metà della cifra pattuita. Dice di essere stata picchiata con ferocia, offesa e oltraggiata per il colore della sua pelle. La vicenda forma ora oggetto di una dettagliata denuncia che la giovane domestica ha presentato in questura. Un esposto supportato da un referto ospedaliero che parla di contusioni multiple per il corpo guaribili in quattro giorni, salvo complicazioni.
È accaduto in un appartamento di via Carlo De Marco dove la ragazza originaria di Santo Domingo (è madre di una bimba di sette mesi e vive con i genitori nella periferia occidentale) ha prestato servizio dal 22 giugno scorso. Evelyn si era presentata, l’altro pomeriggio, per ritirare la somma pattuita, ovvero cinquecento euro. Ma la signora presso cui prestava servizio, le avrebbe offerto la metà. Alle rimostranze della domestica però la donna le si sarebbe scagliata contro, supportata da alcune parenti. Morsi, calci, schiaffi. Evelyn, ragazza esile, avrebbe soltanto tentato di parare le percosse.Nel corso della violenta aggressione alcuni vicini che hanno sentito le urla e gli insulti, hanno avvisato il 113. È arrivata una volante dall’Ufficio prevenzione generale della questura. Alla vista dei poliziotti la padrona di casa avrebbe riferito che quella ragazza andava arrestata perché clandestina. Invece Evelyn ha potuto provare, carta di identità alla mano, di avere la cittadinanza italiana. Sono stati gli stessi agenti, poi, ad accompagnarla al pronto soccorso dell’ospedale più vicino per farle medicare le ferite riportate nell’aggressione.
Evelyn mostra infatti i segni dei morsi. E dice, in un italiano senza inflessioni: «Non so proprio perché sono stati così cattivi con me. Avevo solo protestato, ma senza alzare i toni della voce. Invece quelle donne mi hanno picchiata con ferocia. E poi mi hanno detto che sono una negra e che mi dovevo accontentare. Altrimenti mi avrebbero fatta espellere dal Paese».
È accaduto in un appartamento di via Carlo De Marco dove la ragazza originaria di Santo Domingo (è madre di una bimba di sette mesi e vive con i genitori nella periferia occidentale) ha prestato servizio dal 22 giugno scorso. Evelyn si era presentata, l’altro pomeriggio, per ritirare la somma pattuita, ovvero cinquecento euro. Ma la signora presso cui prestava servizio, le avrebbe offerto la metà. Alle rimostranze della domestica però la donna le si sarebbe scagliata contro, supportata da alcune parenti. Morsi, calci, schiaffi. Evelyn, ragazza esile, avrebbe soltanto tentato di parare le percosse.Nel corso della violenta aggressione alcuni vicini che hanno sentito le urla e gli insulti, hanno avvisato il 113. È arrivata una volante dall’Ufficio prevenzione generale della questura. Alla vista dei poliziotti la padrona di casa avrebbe riferito che quella ragazza andava arrestata perché clandestina. Invece Evelyn ha potuto provare, carta di identità alla mano, di avere la cittadinanza italiana. Sono stati gli stessi agenti, poi, ad accompagnarla al pronto soccorso dell’ospedale più vicino per farle medicare le ferite riportate nell’aggressione.
Evelyn mostra infatti i segni dei morsi. E dice, in un italiano senza inflessioni: «Non so proprio perché sono stati così cattivi con me. Avevo solo protestato, ma senza alzare i toni della voce. Invece quelle donne mi hanno picchiata con ferocia. E poi mi hanno detto che sono una negra e che mi dovevo accontentare. Altrimenti mi avrebbero fatta espellere dal Paese».
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